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Denise Lentini

Doremat - La Musica della Matematica
Il Progetto

Insegnare e imparare la Matematica
con la Musica

Digital Index Editore, Modena, 2015

ISBN 9788899283049

 

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Abstract

“Doremat - La musica della matematica” nasce da un’intuizione di Denise Lentini, dirigente di una scuola di Istruzione e Formazione Professionale - Enfap Emilia Romagna sede di Forlì - che vede nell’innovazione della didattica una risorsa per motivare i ragazzi all’apprendimento della matematica dove, a partire dal 2007, ha avviato una sperimentazione che ad oggi ha coinvolto quasi 2000 allievi tra scuole secondarie di primo e secondo grado in tutta Italia.

Tale metodologia didattica ha come scopo l’insegnamento della matematica attraverso la musica e ha visto il proprio sviluppo attraverso un’attività di ricerca che ha permesso di ripercorrere e mettere in evidenza le analogie che intercorrono tra matematica e musica, compiendo un sistematico lavoro di declinazione in chiave musicale delle conoscenze e delle competenze matematiche del curriculum della secondaria di primo grado fino alla terza classe della secondaria di secondo grado.
Ciò è stato reso possibile dalla stessa natura delle due discipline che usano linguaggi universali e hanno una comune matrice culturale.

Da queste riflessioni, dallo studio delle analogie e dal successo riscontrato nell’esperienza, è nato il metodo didattico che vede la sua naturale applicazione in ambito laboratoriale.

Dal lavoro di ricerca e sperimentazione è nato anche un testo per l’insegnamento della matematica attraverso la musica che funge da libro didattico per gli insegnanti dove sono descritti alcuni argomenti matematici dedicati a aritmetica, algebra e geometria, declinati in chiave musicale e proposti attraverso laboratori matematico-musicali.

Questi rappresentano il fulcro originale e innovativo del testo e coniugano in maniera operativa le due discipline attraverso laboratori, analogie, esemplificazioni ed esercizi.
Prima di addentrarci nella descrizione del testo, procederemo nella disamina dei principali capisaldi concernenti le motivazioni educative che caratterizzano Doremat.
Il percorso di crescita educativa dei giovani: se si considera il processo formativo di un individuo, nell’arco della sua istruzione dalla scuola primaria alla scuola secondari di secondo grado, la matematica è la sola materia scientifica che viene trattata progressivamente e con continuità.

Pertanto, rappresenta un particolare paradosso: da un lato, è la materia “antipatica” per eccellenza e, come sottolinea Ocse Pisa, tale disciplina rappresenta la prima causa dell’abbandono scolastico, dall’altro, è l’unica materia curriculare costante su cui l’allievo può maturare un pensiero scientifico.

Un pensiero scientifico che risulta fondamentale per la crescita consapevole dei giovani, poiché consolida l’atteggiamento del chiedersi il perché delle cose che, attraverso la matematizzazione e la modellizzazione, forma al saper esaminare “quei” legami complessi che caratterizzano le realtà, i diversi mondi che viviamo, le nostre società contemporanee.
I test nazionali e Ocse, inoltre rivelano come gli stessi studenti abbiano delle difficoltà nell’apprendimento degli assi culturali, soprattutto dell’asse matematico che costituisce, insieme a quello linguistico e storico, “il tessuto” per la costruzione di percorsi di apprendimento orientati all’acquisizione delle competenze di base. Quest’ultime dovrebbero preparare i giovani alla vita adulta e costituiscono la base per consolidare e accrescere saperi e competenze in un processo di apprendimento permanente, anche ai fini della futura vita lavorativa.
La metodologia didattica innovativa Doremat, nel favorire l’apprendimento della competenza matematica e del metodo scientifico, recupera l’orizzonte culturale della musica e raggiunge anche l’importante obiettivo di rimotivare i giovani allo studio e al successo formativo contro la dispersione scolastica.
La dispersione scolastica è strettamente connessa all’insuccesso scolastico. Quindi, è fondamentale sviluppare percorsi in grado di supportare i giovani esposti all’insuccesso, alla dispersione scolastica, alle problematiche di socializzazione e considerati “deboli” sotto il profilo delle basi culturali, accompagnandoli nella costruzione del loro sistema di competenze, attitudini, motivazioni e capacità di apprendimento.
La scelta metodologica del laboratorio: «Una scuola di laboratorio è un ambiente formativo che fa ricerca. Impegnato a qualificare e a innovare costantemente i propri percorsi di insegnamento-apprendimento attraverso modelli didattici a nuovo indirizzo (…) [Il laboratorio] accumula una doppia risorsa didattica. La prima è quella di offrirsi da spazio paradigmatico per imparare ad imparare (obiettivo metacognitivo); la seconda risorsa è quella di essere il luogo deputato a ri-costruire, a re-inventare e, se necessario, a trasgredire le conoscenze facendo largo uso di codici immaginari, inusuali, originali (obiettivo fantacognitivo)».
Appare quindi evidente come il laboratorio per le proprie intrinseche virtù, sia un ambiente in cui diventa possibile dare strumenti cognitivi, interpretativi e sociali ai giovani allievi, aiutando a ricostruirne un’identità – individuale e sociale – più matura e integrata in un contesto di cittadinanza consapevole.
È proprio per questo motivo che il cuore del metodo Doremat è l’attività laboratoriale.

Doremat prevede per ogni argomento matematico un vero e proprio laboratorio matematico-musicale, attraverso e nel quale gli studenti ascoltano, apprendono, si esprimono, si esercitano e inventano.
Il laboratorio è luogo di interazione, dove l’allievo può mettere alla prova se stesso, le proprie capacità e il proprio modo di esperire la realtà. Inoltre, in una logica laboratoriale, può essere centrale l’interdisciplinarità, come è in Doremat. Per una visione d’insieme di questo contesto educativo, che considera oltre l’aspetto metodologico anche quello dei contenuti, ci affidiamo alle parole di Maria Teresa Moscato: «Un laboratorio, per definizione, costituisce uno spazio didattico la cui struttura risponde al principio della concretezza, dell’operatività e dell’attivismo, e che può rivolgersi indifferentemente a competenze motorie, sociali, intellettuali, estetico-espressive; valersi di contenuti disciplinari, multidisciplinari, interdisciplinari.

La sua condizione minima di realizzabilità è data dall’attivazione degli allievi, individualmente e in gruppo, intorno e all’interno di esso.
Metodologicamente parlando, un laboratorio è tale se gli allievi, in relazione all’età e al contesto, sono messi in grado di sperimentare attivamente qualcosa oppure di produrre qualcosa, o anche di confrontarsi con qualcosa in termini operativi».
Educazione musicale: «L’Educazione musicale [...] è disciplina essenziale alla formazione del cittadino, ossia a quel processo del formare/formarsi, dare/darsi forma che, com’è noto, è dinamico, autoregolativo, fatto di ristrutturazioni e aggiustamenti continui. In quanto disciplina, l’Educazione musicale chiede perciò che se ne definiscano lo statuto, i linguaggi, gli oggetti e i metodi, che se ne segnino i paradigmi di confine».
L’educazione musicale, dalle parole della Prof.ssa Giuseppina La Face Bianconi, si connota quindi come una disciplina articolata, con un suo proprio modello disciplinare, e, soprattutto, in grado di fornire strumenti cognitivi e metacognitivi di interpretazione e comprensione.
Già da questa definizione, l’educazione musicale sembra porsi come una possibile realtà di sviluppo: «la scuola non sembra capace – soprattutto in questa stagione di convulsa scolarizzazione di massa – di “cucinare” quei dispositivi mentali superiori (di analisi e di sintesi, di induzione e di deduzione, endogeni ed esogeni) ineludibili oggi per alimentare la macchina della mente (la scatola nera) non solo di accumuli nozionistici, ma anche di strutture metacognitive in grado di sviluppare le capacità logiche, operative, euristiche e generative del pensiero».
L’educazione musicale può quindi configurarsi come quello strumento di risposta alle necessità evolutive del sistema educativo-formativo, indicate qui da Franco Frabboni.
Questo perché «la musica è essenzialmente cultura, sapere reticolare, interdisciplinare, capace d’illuminare gli altri saperi, dai quali, a sua volta riceve continuamente luce».
Grazie alla sua natura intrinseca, quindi, la musica si connota come disciplina particolarmente adatta alla didattica laboratoriale, come descritta poco sopra.

 

Indice dell'opera

Come, dove e perchè nasce
L’impianto didattico di Doremat
Obiettivi educativi
L'opera “Doremat- la musica della matematica”

Esempio 1 - ESPRESSIONI ARITMETICO-MUSICALI
Esempio 2 - EQUAZIONI LINEARI
Esempio 3 - SISTEMI DI EQUAZIONI LINEARI IN FORMA DI QUARTETTO
Esempio 4 - POLIGONI E GRUPPI DI NOTE
Esempio 5 - TRASLAZIONI

Valutazione: gradimento e apprendimento
Il gradimento
L’apprendimento

Rassegna stampa - Il sito di Doremat -